toelettatura -ferratura

TOELETTATURA – FERRATURA

Toelettatura cavallo di Mérens

Toelettatura

L’operazione di toelettatura va oltre la normale seduta di pulizia quotidiana. E’ una “seduta di bellezza” durante la quale si effettua l’accorciamento e l’aggiustamento di peli e crini in varie parti del corpo con lo scopo di esaltare le forme e la bellezza del soggetto in occasione di fiere, mostre e concorsi. Per ogni razza e tipo di cavallo esistono modalità e regole differenti per eseguirne la toelettatura che comportano a volte molto lavoro e non poca abilità e pratica (basti pensare all’infiocchettatura della criniera e della coda). La criniera e il ciuffo sulla fronte vanno tenuti ben lavati, tenendo conto che un collo troppo fine sarà migliorato da una criniera tenuta corta e al contrario un collo tozzo potrà essere valorizzato da una criniera più lunga. Per accorciare la criniera, oltre al pareggiamento con la forbice, è possibile “stripparla” arrotolando i crini più lunghi sui denti del pettine e strappandoli con un colpo secco. Se la criniera si presentasse troppo disordinata e arruffata o con peli molto rovinati è meglio rinforzarla con una tosatura totale. Anche la coda va strippata se, per esempio, presenta peli più corti alla base; se invece la parte terminale è povera di crini è meglio accorciarla pareggiandola con le forbici.

Infiocchettatura criniera cavallo di Mérens

Infiocchettatura

Per intrecciare dovete inumidire i crini e, dopo averli suddivisi in ciocche, intrecciarli partendo dalla base formando tante piccole treccine (7-9 più il ciuffo frontale). Fermate la treccia con un elastichino , poi ripiegatela a metà e, sempre con elastico, fermatene la punta alla base formando una pallina. Per ciò che riguarda la coda raccomandiamo di non tenerla intrecciata a lungo perché il cavallo soffrirebbe a non poter utilizzare questo suo mezzo espressivo e di difesa dalle mosche. La treccia alla coda può essere fatta su tutta la sua lunghezza o solo parziale; per realizzarla vanno utilizzate le ciocche di pelo laterali, intrecciate al centro e poi fermate, ed eventualmente ripiegate, sempre con elastichino.

FASCIATURE DA LAVORO E DELLA CODA

Il cavallo può richiedere la fasciatura degli arti sia durante il riposo nel box che durante il lavoro. Le fasciature da lavoro sono fasce che si applicano per proteggere le stremità da possibili traumi durante il lavoro. Le fasciature da lavoro sono elasticizzate e devono essere applicate partendo dalla zona appena sotto il ginocchio e scendendo lentamente, giro dopo giro, fino alla corona per poi risalire a punto di partenza. In questa operazione bisogna aver cura di lasciare ben libere le articolazioni. Le fasciature vengono poi fissate con due nastri o con una fettuccia in velcro, ma mai troppo strette (solo il necessario a non farle cadere). Sia le fasciature non devono essere lasciate in loco per più di 12 ore. Una volta tolte l’arto va massaggiato vigorosamente in modo da ristabilire una corretta circolazione. la parte superiore della coda viene fasciata quando il cavallo deve andare in viaggio, per evitare che si sciupi.

Pulizia e benessere cavallo di Mérens

Pulizia e benessere

Tempo fa si usava dire “Cavallo strigliato mezzo biadato”, per sottolineare l’importanza che ha la pulizia quotidiana per il benessere e la salute del cavallo. Il governo “alla mano”, cioè con gli strumenti tradizionali – brusca e striglia -, è un’operazione particolarmente importante per il rapporto uomo-cavallo, che permette al primo di avere sempre sott’occhio lo stato di salute generale dell’animale, di conoscerlo sin nei più piccoli particolare, di cementare un rapporto di amicizia e fiducia conquistandosene la gratitudine. Infatti, il cavallo assocerà all’uomo la sensazione di benessere che gli deriva da queste pratiche e imparerà a fidarsi. Per i soggetti giovani le operazioni di cura quotidiana rappresentano il primo contatto con l’uomo; è bene quindi che vengano iniziate quanto prima e che siano l’avvio di un rapporto basato non sulla soggezione ma sull’affetto e l’amicizia, indispensabili a una collaborazione ricca di soddisfazioni. Abituando il puledro alla manipolazione che se ne fa durante le operazioni di governo non si avranno problemi una volta che occorrerà ferrarlo o mettergli la sella per la prima volta; la stessa sua scozzonatura non diverrà un avvenimento traumatico se preceduta da un sereno e quotidiano contatto mirato ad instaurare la massima confidenza e fiducia. 

Un buon cavaliere si preoccuperà sempre innanzitutto del benessere della sua cavalcatura: la mattina prima dell’inizio del lavoro farà in modo che essa venga pulita a dovere, ben spazzolata e lucidata; al termine del lavoro, dopo il dissellaggio, provvederà a lavare le estremità del cavallo con acqua corrente, ad allontanare il sudore e i residui di polvere e di fango dal mantello. Bisogna tenere infatti presente che la pulizia quotidiana del mantello ne permette la forte traspirazione, indispensabile al metabolismo dell’animale.

ATTREZZI E MODI PER LA PULIZIA QUOTIDIANA

STRIGLIA
è costituita da una piastra di forma rettangolare (o quadrata, rotonda, ovale) della grandezza di una spazzola, sulla quale sono fissate lamine seghettate e smussate; può avere un manico o una cinghia passamano. La sua funzione è quella di staccare lo sporco superficiale più grossolano: polvere, grumi di fango o letame e peli morti. Va usata con una certa delicatezza perché la sua azione è piuttosto rude e alcuni cavalli non la gradiscono. Allo scopo possiamo sceglierla di ferro, plastica rigida o gomma, poiché a seconda del materiale con cui è costruita la sua azione diviene più o meno energica e quindi adeguata alla sensibilità del soggetto che stiamo accudendo.

STRIGLIA ELETTRICA
la tecnologia moderna anche in questo caso cerca di fornire pratici sostituti agli attrezzi tradizionali. In questo caso la striglia di plastica o gomma è collegata ad un aspiratore: viene facilitato così il lavoro di pulizia, ma no si ha il benefico massaggio della strigliatura a mano.

BRUSCA
spazzola ovale di crini o setole piuttosto rigide. La brusca si usa di solito insieme alla striglia, impugnando la prima con la mano sinistra e la seconda con la destra: si passa ripetutamente la striglia in una piccola zona del mantello, la si batte quindi sul dorso della brusca per scaricarla dalla polvere raccolta e si passa quest’ultima sulla stessa zona per completare la rimozione della polvere più sottile.

BRUSCONE
spazzola grande di forma ovale con setole di erica. Può sostituire la striglia quando non è necessario un intervento a fondo, oppure la brusca quando al contrario il materiale da allontanare è notevole. Il bruscone è utile per le operazioni di pulizia degli arti per le quali la striglia ha invece una scarsa efficacia e per tutte quelle zone del corpo più delicate.

SPAZZOLA DI SETOLE
serve per rifinire il lavoro di “brusca e striglia” e intervenire nelle parti più delicate (testa, zona degli occhi, muso).

PETTINE
di metallo o in materiale sintetico rigido, ha lunghi denti radi e dalla punta arrotondata. Viene utilizzato per la cura della coda e della criniera; nel caso però ci fossero dei “nodi” è bene scioglierli prima con le dita, perché l’uso del pettine li renderebbe ancora più stretti.

STECCA
lama di metallo flessibile e con bordi arrotondati; lunga circa 60 cm e alta 5-6 cm, munita di due manici alle estremità. Viene usata per raschiare il sudore dal pelo o per rimuovere l’acqua in eccesso quando lavate il cavallo (la sua flessibilità le permette di seguire le forme del corpo) e accelerare così l’asciugatura del mantello.

CURAPIEDI o CURASNETTA
ferro rotondo piegato a un’estremità a mo’ di uncino; può essere munito di un manico. Si usa per pulire il piede rimuovendo terra, sassi, letame dalla superficie inferiore dello zoccolo, nelle lacune del fettone e tra il ferro e l’unghia.

PENNELLO e GRASSO
per lo zoccolo quando il piede del cavallo è stato scrupolosamente pulito si ingrassa lo zoccolo con l’aiuto di un pennello. La funzione del grasso è quella di conservare alla parte cornea del piede il giusto grado di elasticità, evitando usure anormali e scheggiature. Ricordiamo che il grasso non penetra all’interno dello strato corneo, ma si limita a isolarlo dall’esterno impedendo la perdita dell’umidità interna o la penetrazione di quella esterna. Ne consegue che, nel caso si desideri aumentare l’elasticità della scatola cornea, sarà bene applicare il grasso dopo aver lavato lo zoccolo, in modo che si trattenga all’interno di esso un maggior grado di umidità e che la materia cornea risulti più elastica. Al contrario, se si desidera preservare lo zoccolo da un eccessivo rammollimento dovuto a un prolungato stazionamento nel fango, letame o altro, è necessario applicare il grasso quando è perfettamente asciutto.

ATTREZZATURA PER IL GOVERNO
fanno parte anche secchi, spugne, stracci, pelli di daino. Una spugna inumidita servirà a pulire le mucose, gli occhi, le nari, i genitali, mentre il torcione, uno straccio solitamente di cotone, si userà per completare la pulizia e la lucidatura del mantello. Il cavallo deve rientrare in scuderia solo quando è stato completamente pulito e asciugato. Se fosse necessario pulire le zampe dal fango o tonificarle dopo un lavoro particolarmente duro o una passeggiata è possibile lavarle con acqua dalla spalla allo zoccolo asciugandole con cura. Solo nella stagione calda sarà possibile lavare tutto il cavallo per aiutarsi a pulirlo dal sudore, ma mai troppo spesso in modo da non privarlo del suo grasso protettivo. La doccia va eseguita partendo dalle zampe e salendo verso il corpo; si toglierà poi l’acqua in eccesso con la stecca e si farà passeggiare al sole finché non sarà asciutto. Non bisogna mai bagnare il cavallo quando è molto sudato.

Ferratura cavallo di Mérens

Ferratura

La ferratura del cavallo varia a seconda della disciplina sportiva e può avere un’utilità terapeutica e correttiva per l’appiombo del cavallo.

Ci sono diversi tipi di ferrature (italiana, spagnola o inglese) con lo scopo di migliorare anche le prestazioni dell’animale in funzione dell’aderenza al terreno.

CHE COS’E’ LA FERRATURA?
La ferratura del cavallo è l’applicazione di un ferro sotto allo zoccolo del cavallo, sul contorno della suola per proteggerli ed evitare la sua usura. La ferratura può anche essere applicata per delle azioni correttive di difetti dello zoccolo che si ripercuote anche sull’arto e per migliorare l’appiombo dell’equino. Infine, si ricorrere alla ferratura anche a scopo curativo in caso di malattia, patologia all’arto o ferite.

COME SONO FATTI I FERRI E I CHIODI
I ferri sono di diversi tipi, hanno differenti forme, variano nelle loro misure nella larghezza e lunghezza e nello spessore. I ferri anteriori sono diversi da quelli posteriori, rispettando la forma dello zoccolo e del piede del cavallo. Hanno diverse larghezze e misure a seconda della dimensione dello zoccolo del cavallo, in base alla disciplina equestre e agonistica (salto, corsa, passeggiata in campagna, attività di maneggio, per il tiro da carrozza) o il terreno nel quale dovrà lavorare. Il ferro presenta anche delle appendici: creste o barbette, grappe e ramponi. All’estremità dei talloni sono presenti i cosiddetti “ramponi” che garantiscono maggiore presa sul terreno. Possono essere come dei rilievi quadrangolari o ripiegamenti verso il basso nella parte terminale del ferro. Anche le grappe hanno una funzione antiscivolo e sono presenti nello spigolo esterno inferiore del ferro. Infine, le barbette sono appendici triangolari che partono dallo spigolo superiore esterno del ferro e che aderiscono alla parete dello zoccolo, per evitare lo spostamento del ferro. Di norma il ferro per l’anteriore presenta una sola barbetta, il posteriore due barbette. Ci sono dei fori, il cui numero varia da 9 a 11 fori, detti stampe. Nei fori vengono inseriti i chiodi che hanno una forma particolare: una testa sotto alla quale si colloca il colletto e il fusto che viene inserito nello zoccolo. Il chiodo ha una leggera curvatura per favorire l’uscita verso la parte esterna della muraglia.

I MATERIALI
Nell’arco dei secoli anche la mascalcia si è evoluta adattandosi alle innovazioni e ai nuovi materiali. Oltre al ferro, oggigiorno vi sono altri tipi di materiali e leghe che vengono utilizzate per ferrare il cavallo. Sono molto diffuse le leghe quali alluminio, acciaio e titanio ma anche negli ultimi anni alcune resine e leghe ricoperte di gomma. L’alluminio è un materiale leggero e più malleabile rispetto al ferro e di conseguenza dura anche di meno. Tuttavia, assorbe maggiormente le vibrazioni nell’impatto dello zoccolo sul terreno. I ferri in acciaio e titanio sono più duri, hanno una maggiore resistenza e sono più leggeri del ferro. Tuttavia, come il ferro non hanno assorbimento delle vibrazioni. In alternativa esistono anche le scarpe in resina o i ferri ricoperti di gomma, usati specificamente per assorbire l’urto. Inoltre hanno una maggiore aderenza e presa sul terreno. Infine esistono i ferri in piombo, molto pesanti che possono essere usati per delle terapie in modo da accentuare il sollevamento dell’arto. Tra il ferro e lo zoccolo possono anche essere inserite delle solette in gomma che ricoprono interamente la suola e possono essere in plastica, silicone, resina acrilica, cuoio, pelle, rame o alluminio. Hanno un’utilità protettiva per la suola, nei casi ad esempio di laminite oppure sono utili per assorbire gli effetti dell’urto con il terreno.

FERRATURA A CALDO O A FREDDO
Oggigiorno sono diffusi modelli e misure di ferri prestampati. Anticamente, la ferratura era a caldo, ovvero il maniscalco da una barra di metallo, produceva e forgiava i ferri su misura riscaldandoli per adattarli allo zoccolo dell’animale. Ancora oggi, questa tecnica è tramandata. Si distinguono pertanto due tipi di ferratura: a caldo o a freddo. Con la ferratura a caldo, il ferro viene modellato in base allo zoccolo del cavallo e si rivela utile perché con il ferro riscaldato vengono bruciate anche le parti in eccesso dell’unghia. Dopo la sua lavorazione, il ferro viene poi raffreddato in un secchio d’acqua per poi fissarlo. In questo caso, il ferro aderisce perfettamente alla suola e garantisce l’appoggio su tutta la superficie, dando maggiore stabilita. La ferratura a caldo richiede più tempo di lavorazione e abilità del maniscalco. L’unico difetto è che si può rischiare di ustionare l’animale. Con la ferratura a freddo si adatta al piede del cavallo ferri prestampati che vengono comunque ribattuti per modellarli allo zoccolo. Tuttavia, in questo caso, conta molto il pareggio del cavallo e se non viene effettuato perfettamente, non garantisce un’adesione tra lo zoccolo e il ferro che rischia di allentarsi. La ferratura a freddo richiede meno tempo ed evita le ustioni. Per la ferratura a freddo vengono utilizzati alcuni materiali come l’alluminio o altre leghe che sono più malleabili e si modellano facilmente con la lavorazione del maniscalco.

GLI STRUMENTI DEL MANISCALCO
Qualsiasi cavaliere dovrebbe avere una base di mascalcia per intervenire in casi d’imprevisti. Le attrezzature necessarie sono:
raspa per il pareggio del piede coltellaccio: per ripulire la suola e il fettone
martello di gomma dura per ribattere i chiodi della ferratura precedente
tenaglia per rimuovere il ferro vecchio e per accorciare l’unghia
sgorbiette: un coltello con le lame ricurve per ripulire le parti di unghie in eccesso
chiodi e ferri di riserva.

Il maniscalco ha tutta una serie di strumenti di varie misure per lavorare con precisione: vari tipi di lime, martello o puntoni. Inoltre è dotato dell’incudine per ribattere il ferro e modellarlo e nel caso della lavorazione al caldo, un piccolo fornello a gas per riscaldare il ferro. Oltre alle varie misure di ferri e di chiodi, usa l’incastrino per creare la sede dove sarà battuto il chiodo e una pinza per tirare i chiodi.

QUANDO FERRARE IL CAVALLO
La ferratura di un cavallo dovrebbe essere effettuata ogni 45 giorni. Quando il cavallo non viene montato, conviene tenerlo sferrato. Per i cavalli da corsa o che svolgono attività agonistiche la ferratura può essere anche più frequente. Rispetto al pareggio naturale, se il cavallo lavora molto su terreni duri o deve intraprendere passeggiate o trekking lungo percorsi anche asfaltati, è consigliata la ferratura per evitare l’usura dello zoccolo e proteggere il cavallo da possibili sobbatiture.

QUANTO COSTA UNA FERRATURA
Il costo della ferratura è spazia tra i 60 e i 120 euro. Comprende il costo dei materiali impiegati, la lavorazione e lo spostamento del maniscalco. La ferratura può essere più costosa in caso di una ferratura correttiva o curativa.

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